di Marta Matteini

Difficile prevedere, di questo numero, cosa stupirà di più il lettore, se il ritratto del principe-vescovo di Salisburgo in copertina o i tritoni e le ofioliti della Val Trebbia, le vicende della famiglia georgiana dei Chavchavadze tra interessi botanici e letterari e impegno militare contro la guerriglia caucasica, o le generose utopie del grande finanziere di primo '900 Albert Kahn, o ancora l'impegno di una ricca signora californiana per salvare specie botaniche cinesi a rischio d'estinzione. D'altra parte gli automata, i giochi d'acqua, gli organi idraulici (e forse anche i tritoni) non sono fatti apposta per stupire?

Il principe vescovo Markus Sittikus, all'inizio del '600, costruisce il castello di Hellbrunn alle porte di Salisburgo e attrezza il parco, ricco di sorgenti termali, con cascate, fontane, labirinti, grotte e teatri meccanici per la meraviglia degli ospiti. Il modello è la villa medicea di Pratolino presso Firenze, che però non esiste più, e solo Hellbrunn in Europa può restituircene il ricordo.
In termini molto meno altisonanti anche le misteriose Ofioliti, frammenti di fondi oceanici che emergono nere e appuntite dal morbido e ondulato paesaggio della bassa Val Trebbia, stupiscono i turisti e gli abitanti attuali così come stupirono in epoche antiche le popolazioni che qui sono passate e poi hanno abitato: celti, romani, i monaci irlandesi... Come dice Roberta Paini queste popolazioni "hanno usato le categorie loro disponibili per inglobare le Ofioliti nella propria visione del mondo".
Lo stupore e l'entusiasmo per la Georgia e il Caucaso che hanno indotto Guido Giubbini a pubblicare due articoli nel numero precedente della rivista trovano qui un'ultima espressione nel racconto di un rapimento avvenuto a metà '800 nella regione georgiana del Kakheti: autore un ribelle islamico, l'imam Shamil, che voleva sottrarre Daghestan e Cecenia al dominio russo; vittima la famiglia dei principi Chavchavadze, che vantava patrioti e poeti illustri ma forniva anche all'esercito russo valorosi generali; scenario del dramma l'idilliaca villa e il grande parco "all'inglese", ricco di conifere esotiche, della nobile famiglia georgiana. Al rapimento sequi uno scambio, ma come vedrete la storia non si interruppe qui...

La figura di Albert Kahn, banchiere ebreo alsaziano di inizi '900, stupisce per la volontà di diffondere una "cultura di pace" in tempi di sfrenato colonialismo e di minacciosi presagi di guerra, e per i modi usati per raggiungere questo scopo - l'idea che la reciproca conoscenza è alla base dell'integrazione.
Kahn fonda le "Bourses de voyages autour du monde" che consentivano a giovani fotografi di viaggiare per 15 mesi intorno al mondo per raccogliere una documentazione fotografica su popolazioni, usi, costumi, paesaggi e ambienti.
Le 72.000 diapositive (gli autochromes, cioè le prime foto a colori) e i 183.000 metri di pellicola raccolti formeranno gli Archives de la Planète, ospitati nella villa di Kahn a Boulogne-Billiancourt, ora museo pubblico. I giardini della villa seguono lo stesso principio enciclopedico, spaziando dal giardino giapponese a quello inglese, da quello francese al paesaggio dei Vosgi, ma non c'è dubbio che il giardino giapponese fosse la grande passione di Kahn, e quello attuale, creato dal paesaggista Fumiaki Takano, è un omaggio alla sua vita e alla sua memoria.
Ma l'amore per l'Oriente ritorna in un altro giardino, lontano da questo migliaia di chilometri, il Quarryhill Botanical Garden presso San Francisco, creato da Jane Davenport Jansen a partire dagli anni '80 del secolo scorso. Il legame tra le due rive del Pacifico, quella dell'Asia orientale e la West Coast americana, è cosa ben nota, e qui si manifesta non soltanto nei ponticelli giapponesi o nelle bandiere di preghiera tibetane, ma in un giardino di rose spontanee orientali dedicato alla rosaista cinese Jiang Entian, e soprattutto nell'impegno a salvare e riprodurre specie botaniche che il tumultuoso sviluppo economico della Cina attuale sta minacciando di estinzione, come l'Acer pentaphyllum e la rarissima Magnolia sinica.