di Marta Matteini

In perfetta sintonia con la stagione, questo numero di Rosanova dà grande risalto al paesaggio agricolo, in quanto paesaggio-giardino in cui trionfano in ugual misura la scienza botanica, l'attaccamento alla terra e una concezione dinamica dello scenario vegetale.
Ma raccontare la storia del paziente e oculato recupero di un podere vicino ai monti Cimini sottolinea anche l'emergere di un neo-ruralismo che rivaluta la campagna in tutte le sue componenti. Per quanto il podere La Cuna non si trovi in Provenza, l'articolo di Guido Giubbini mi ha fatto ripensare all'armonica fusione di paesaggio incolto e campi coltivati che si contempla ne La moisson (La mietitura), quadro che Van Gogh realizzò nell'estate del 1888, durante il suo soggiorno ad Arles, dopo aver seguito gli stessi ritmi di veglia e riposo dei mietitori nella piana della Crau, per cogliere ogni sfumatura della vita agreste.
Un invito a scoprire la solennità, la fatica e la gratificazione del lavoro della terra, quando non sia soltanto un diletto. E non sembra azzardato dire che, di questi tempi, passare dalla conduzione "disinteressata" di un sito agricolo a una più mirata al sostentamento e alla produzione sia una scelta promettente e sempre più sentita.
A confermarlo sono alcuni dati recenti del Ministero delle Politiche agricole: nell'ultimo trimestre del 2013 il settore primario ha avuto un incremento dello 0,8 %, in un quadro di recessione senza precedenti.
A fronte di questo, il governo sta promuovendo in tutta Italia provvedimenti a sostegno del comparto, da un facilitato accesso al credito per chi voglia fare impresa in agricoltura ad agevolazioni per le politiche di filiera. La terra non è più vista soltanto come via di fuga da una società post-industriale che deve reinventarsi, ma anche come occasione per dare vita a comunità fondate su una diversa idea del consumo e della produzione.
La "decrescita felice" non è soltanto uno slogan suggestivo, ma nasconde una nuova sensibilità ecologica, forse all'origine della netta impennata di iscrizioni alle discipline universitarie legate all'agricoltura. Ad attrarre è anche la multifunzionalità delle nuove aziende agricole, come ha spiegato Franco Verrascina, presidente di Copagri (Confederazione produttori agricoli): «Non ci si dedica soltanto alla produzione agroalimentare, ma anche all'agriturismo e alle fattorie didattiche». Un rinnovato interesse per il mondo rurale che ci condurrà a riscoprire la vera vocazione del territorio italiano, sebbene il "ritorno" alla terra sia una priorità per tutti i Paesi, "sviluppati" e non, in tempi di globalizzazione. Lo dimostra il fatto che la Fao ha dedicato il 2014 al Family farming, ovvero alle aziende agricole familiari che vivono dei propri prodotti, grazie alle quali si mantengono colture tradizionali, si tutela la biodiversità e un uso sostenibile delle risorse naturali.
Torna in mente Andy Warhol, artista metropolitano per eccellenza, cantore pop della produzione in serie, quando disse: "Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d'arte che si possa desiderare".