di Marta Matteini

Questo numero di ottobre è dedicato ad alcune delle maggiori personalità della storia del giardino: Andre Le Nôtre, Gertrude Jekyll, Piet Oudolf. Di Le Nôtre, il creatore del giardino barocco, si analizza il capolavoro, Vaux-le-Vicomte, da cui deriveranno Versailles e tutti i giardini delle residenze principesche d'Europa. Gertrude Jekyll, la mitica creatrice del "mixed border" inglese, è vista invece, al di là dei ritratti convenzionali, come personaggio

sfaccettato e problematico, che ha messo irreversibilmente in crisi lo statuto dell'arte del giardino. Quanto a Pief Oudolf, il vivaista olandese che negli ultimi vent'anni ha saputo creare un nuovo stile del giardino, egli è forse personalità meno nota al grande pubblico, ma di statura non inferiore, e lo conferma la crescente influenza, in Europa e in America, del suo modo di costruire il giardino con nuove specie e cultivar di erbacee perenni disposte in grandi masse.
Se Le Nôtre può essere considerato il campione del giardino formale o architettonico, in cui la pietra e il mattone sono più importanti delle piante e dei fiori, un filo rosso lega Oudolf alla Jekyll: l'amore per la natura e in particolare per i fiori accostati in modo informale. Eppure sia l'una che l'altro si sono mostrati ben attenti ai movimenti artistici loro contemporanei: a Turner e ai Preraffaelliti la Jekyll, alla Minimal e alla Land Art Piet Oudolf. Diversamente dai loro giardini, che sono stati soltanto "influenzati" dalle arti figurative, il giardino di Ben Vautier, uno dei maggiori rappresentanti dell'avanguardia artistica internazionale, è un vero e proprio "giardino d'artista": esso è destinato a suscitare l'indignazione, o quanto meno lo sconcerto, dei "veri" giardinieri, ma ci fa capire che un giardino non è necessariamente un luogo di bellezza e di armonia, ma può diventare, attraverso l'accumulo di oggetti kitsch e di consumo, lo specchio dei falsi valori e dell'angoscia del vivere contemporaneo.
Dopo il grande, il piccolo. Chi conosce la natura sa che il piccolo e il grande, la molecoa e l'universo, si corrispondono, perché sono regolati dalle stesse leggi. E d'altra parte l'attuale propensione alla "microstoria" ci ha insegnato che qualche volta lo sguardo dei lillipuziani può essere più acuto di quello dei giganti. Per questo, accanto ai nomi altisonanti della storia del giardino, inizia da questo numero una serie di articoli dedicati ai piccoli e piccolissimi giardini italiani, a cominciare da quelli del Friuli-Venezia Giulia, una regione dove la passione per il giardinaggio sembra essere un fatto di costume. Come questi, anche i prossimi inediti itinerari nostrani saranno viaggi affascinanti che ci faranno scoprire, quasi in punta di piedi, i tesori della porta accanto di cui non si sospettava l'esistenza. Scorci sorprendenti ricavati in piccoli spazi che, oltre a gratificare la vista, fanno sperare che il piacere di curare un giardino diventi contagioso anche alle nostre latitudini.